Formazione

Niente barriere in aula. La scuola dà l’esempio

Il 70 % afferma che i loro figli non sono affatto esclusi dagli altri coetanei.

di Redazione

C? è un posto dove pregiudizi, emarginazione e diffidenza nei confronti dei malati di epilessia non sono ancora entrati. È la scuola. Tra aule e banche esiste una immediatezza e facilità di rapporti non ancora corrotta dal pregiudizio: il dato confortante giunge dalle domande che i ricercatore dell?Aice hanno rivolto ai 50 genitori. Due su tre, infatti, affermano che i propri figli non vengono esclusi dal gioco con i coetanei, anche se la maggioranza pensa che la scuola sia poco (50%) o nulla preparata (22%) ad affrontare le specifiche esigenze di uno studente che soffre di epilessia.
E le cose non vanno meglio quanto ad attenzione verso la malattia: per i quattro quinti degli intervistati l?epilessia è un male che non viene adeguatamente considerato dalla società. Soprattutto adulta. Ma a ?consolare? i bambini epilettici ci pensano per fortuna i loro coetanei: il 70 % delle famiglie intervistate dall?Aice ha dichiarato che il loro figlio viene poco o per nulla escluso dal gioco con i coetanei per colpa della sua malattia. Eppure il pregiudizio sociale continua a far tremare tanti mamme e papà: ben il 18% dei genitori dichiara di non aver mai rivelato le patologie epilettiche del proprio figlio. E ciò nonostante il 60% degli intervistati non ritenga l?epilessia un male che possa escludere ed emarginare il proprio figlio dagli altri. Prova ne sia che, per un genitore di bambino epilettico su due, il livello di istruzione del proprio figlio non viene condizionato dalla malattia.Così come più della metà del campione tende a evidenziare che vi è poca (16%) se non nessuna (38%) limitazione nella partecipazione dei loro figli alle attività ricreative e sportive, contro un 46% che invece la pensa in modo totalmente diverso.
Ma il ?Libro bianco? dell?Aice punta il dito su un?altra nota dolente: quella della scarsa possibilità data ai genitori di interagire con il medico curante. Sul percorso terapeutico, ben il 64% si dice tagliato fuori dalle decisioni del medico e a giudizio di poco meno della metà dei genitori il livello informativo dei propri figli relativamente alla loro patologia è buono. Il neurologo e il medico di famiglia, pur restando le fonti informative più attendibili e adeguate, totalizzano punteggi minori rispetto a quelli ottenuti nel sondaggio con gli adulti.
Per informazioni: Aice, via del Peperino 28, 00158 Roma, tel: 064511814.

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